2015-07-06 19:30:00

Cisl Scuola dei Laghi: l’importanza del patto educativo tra scuola e famiglia e del bilancio sociale come strumento di valutazione. Sono le condizioni perchè la scuola  continui ad appartenere alla comunità.
 Adria Bartolich, Segretaria Generale della Cisl Scuola dei Laghi che racchiude i territori di Como e Varese, nel corso di una conferenza stampa ha delineato un quadro del mondo della scuola nella prospettiva sindacale, dell’anno scolastico appena terminato. “Sono aumentate le situazioni difficili per cui anche insegnanti che non avevano mai riscontrato problemi  hanno dovuto far fronte a sanzioni disciplinari a causa di classi di ragazzi incontenibili”- ha spiegato Adria Bartolich – “Queste sanzioni sono un segnale negativo per i dirigenti che non sono in grado di prevedere le difficoltà degli insegnanti nell’affrontare classi particolarmente problematiche, sia per gli insegnanti che vivono come un fallimento il fatto di non riuscire a superare tali criticità”. La Segretaria ha anche sottolineato che la Riforma del Governo Renzi ha si è occupata principalmente dell’aspetto organizzativo ma che è altrettanto importante la cura dell’aspetto educativo. “Dobbiamo rimettere il dialogo tra le scuole e le famiglie al centro, nell’interesse del ragazzo che ha bisogno di adulti che affrontino i problemi che lo riguardano in un’ottica di collaborazione e non di conflitto”. Inoltre Adria Bartolich ha ribadito l’importanza di uno strumento di valutazione per la scuola che, in quanto servizio pubblico, deve essere valutata dai propri utenti. “Il ricorso ad un bilancio sociale permette di uscire dall’eccesso di soggettività che ha caratterizzato, in questi ultimi anni, il rapporto scuola/utenza”.Questi i problemi più delicati che la scuole si trova ad affrontare quotidianamente:

  1. Flessibilità oraria per ragioni legate ai problemi di lavoro dell’utenza, pre-scuola, dopo scuola, tempo mensa attualmente coordinati con gli enti locali. Le scuole in rete potranno, attraverso l’organico di rete, garantire un offerta coordinata tra istituzioni e mirata verso coloro che avessero necessità specifiche.
  2. Effetti della scolarizzazione precoce (classi primavera, anticipi, obiettivi troppo alti, corsizzazione dell’apprendimento non solo a scuola ma anche nel tempo libero, ragazzi sempre sorvegliati da un adulto, con  modalità e contesti  sempre organizzati e finalizzati nonché  sempre tra pari) mancanza di spazi per decisioni autonome e problem solving
  3. Misure per affrontare  la cosiddetta  “emergenze educativa” cioè alunni con problemi relazionali e di autocontrollo ora affrontati prevalentemente con provvedimenti disciplinari, nell’ultima fase , da parte dei Dirigenti, più nei confronti degli insegnanti che degli alunni incontenibili ( aumentano le contestazioni d’addebito che spesso interessano gli insegnanti più impegnati e diligenti che si accollano eccessive responsabilità ) verso i quali l’istituzione è scarsamente supportante perché, in ultima analisi, la parola che vale è quella del genitore
  4. I ragazzi sono sempre più orientati verso la prestazione, sollecitati da un eccesso di richiesta da parte dei genitori (ma anche della scuola) sempre più in ansia per i risultati  (segnalo  il gran numero di interventi effettuati dal 118 nelle aule degli istituti comaschi per soccorrere ragazzi alle prese con problemi legati all’ansia o veri e proprio attacchi di panico)  senza senso della gerarchia, incapaci di porsi dei limiti ( le scuole e gli insegnanti segnalano che la situazione tende a peggiorare) adultizzati precocemente da un eccesso di informazioni fuori luogo e fuori tempo, ed emotivamente infantili
  5. Difficoltà di coordinare iniziative educative coi genitori derivate dalla pluralità di punti di vista educativi  e la mancata condivisione di obiettivi comuni per cui spesso la scuola si limita all’accertamento delle competenze senza riuscire ad effettuare interventi educativi di merito.
  6. Impossibilità reale di affrontare le situazioni più caotiche  le certificazioni individuano disabilità ma non ci sono strumenti per incidere sul disagio individuale e sociale. Cosa deve sopportare un insegnante per potere fare lezione? Sono sufficienti note e sospensioni?

La valutazione degli insegnanti e dei dirigenti è ormai una necessità e nel DDl Scuola è prevista. La Cisl Scuola è sempre stata favorevole alla valutazione perché è in primo luogo una misura di tutela e protezione nei confronti della scuola e dei suoi lavoratori altrimenti lasciati in balia della prima valutazione, a spanne e a sensazioni, degli utenti più aggressivi e motivati da ragioni del tutto personali.

Gli Organi Collegiali che sono stati pensati negli anni ’70, mostrano tutti i loro limiti e devono essere riformati . La scuola non è solo di chi , pro-tempore, la vive e  frequenta , alunni genitori e lavoratori. La scuola è della comunità nella quale si inserisce ed è perciò corretto che le istituzioni scolastiche di dotino al più presto di strumenti quali il bilancio sociale per uscire dall’eccesso di soggettività che ha caratterizzato, negli ultimi dieci/quindi anni , il rapporto scuola/utenza.

I Dirigenti devono uscire al più presto dalla deformazione tutta ideologica del preside manager  ( che tra l’altro quasi mai sono stati  perché senza autonomia amministrativa e subissati da circolari e disposizioni) per pensarsi, invece, più come delle figure di indirizzo che, coadiuvate dai nuovi profili professionali con competenze pedagogiche previsti dal DDL,, e amministrative che già ci sono ( i DSGA)  avranno il compito di ricreare  le basi per una comunità educativa sempre più in relazione con il territorio, attenta al benessere dei ragazzi ma anche a quello dei professionisti che nella scuola operano e lavorano........leggi tutto

 29.6.2015 - Servizio TG Espansione TV

Allegati: 
Categoria: