«Porre le basi, anzitutto economiche, per un rinnovo contrattuale che dia risposte significative a un'emergenza salariale nota a tutti. Ad oggi per il personale del comparto istruzione e ricerca si profilano aumenti che sono meno della metà di quelli ottenuti col contratto precedente. Decisioni urgenti per evitare che la precarietà continui a dilagare, anziché ridursi. Obiettivo, rendere stabile il lavoro su decine e decine di migliaia di posti che non hanno nulla di "provvisorio", essendo invece indispensabili per l'ordinario svolgimento delle attività. Se si rimane fermi, il prossimo anno scolastico vedrà moltiplicarsi problemi e disagi. Per il personale ATA chiediamo di sbloccare le assunzioni e riattivare percorsi di mobilità professionale: tutte cose che non richiedono ingenti risorse né interventi di legge, ma solo idee chiare e volontà politica». Così Maddalena Gissi, segretaria generale Federazione CISL Scuola Università Ricerca.
«C’è infine, ma non certo ultima per importanza, la questione dei progetti di regionalizzazione della scuola, che non possono certo andare avanti alla chetichella come fin qui avvenuto. Nella richiesta di avviare il tentativo di conciliazione le questioni sono riportate in dettaglio, comprendendo diversi punti che riguardano anche i settori dell'Università e AFAM e della Ricerca, la sede scelta per l'incontro di oggi, il Ministero del Lavoro, escludeva implicitamente che si potesse entrare nel merito dei problemi. Infatti non si è conciliato e siamo allo sciopero. Resta ora da vedere se dal tavolo avviato al MIUR si apriranno spazi per qualche risposta concreta. Sia chiaro che le parole e i buoni propositi non potranno certo essere considerati risolutivi» conclude la segretaria generale.
(ANSA) - Roma, 4 aprile 2019