“Anche in questa situazione di emergenza non possiamo dimenticare la fondamentale battaglia di civiltà che il mondo del lavoro combatte per il rispetto di tutte le donne nella vita sociale, culturale e civile”. Lo scrive Annamaria Furlan, segretaria generale della CISL, in una lettera al direttore di Avvenire richiamando il significato di una ricorrenza che si celebra quest’anno in un clima del tutto particolare; “un otto marzo di riflessione, senza manifestazioni di piazza, ma di impegno civile”.
La riflessione della Furlan parte dal dato terribile delle 103 vittime di femminicidio nel 2019, rilanciando la necessità di “una grande battaglia culturale, fin dai primi anni dell’infanzia, per educare tutte le persone al rispetto della donna in ogni contesto sociale”. Si sofferma poi sulle enormi difficoltà a conciliare famiglia e lavoro, che ricadono in maggior parte sulle donne determinando il permanere di una discriminazione anche in termini di retribuzione, visto che è la manodopera femminile a ricorrere più frequentamente, fra l’altro, al lavoro part time.
“Oggi c’è il rischio – sottolinea la Furlan - che siano in primo luogo migliaia di donne a pagare i costi di una nuova fase di recessione. Dobbiamo evitare questa prospettiva”.