Questa mattina ha avuto luogo l’incontro convocato dal Dipartimento Istruzione del Ministero per l’informativa ai sindacati sui bandi di concorso. La convocazione, pur posticipata di due giorni rispetto alla data originariamente proposta, è stata confermata senza tenere conto della richiesta, avanzata dalle organizzazioni sindacali, di svolgere preventivamente un confronto a livello politico, nel quale inquadrare il tema delle procedure concorsuali nel nuovo e diverso contesto determinato dalla sopraggiunta pandemia e dalle conseguenti misure straordinarie. Per questa ragione la CISL Scuola e le altre organizzazioni si sono limitate a richiedere la consegna della documentazione relativa agli atti predisposti dall’Amministrazione, rinviando ogni considerazione di merito alla sessione di confronto di cui è stato chiesto formalmente l’avvio, come prevede il Contratto Nazionale.
In tale occasione la CISL Scuola, oltre a ribadire l’inopportunità di procedere ai bandi in questa fase, essendo del tutto evidente l’impossibilità di uno svolgimento delle procedure concorsuali in tempo utile per l’avvio dell’anno scolastico 2020/21, rilancerà la proposta di individuare modalità straordinarie di reclutamento che consentano alle scuole di poter far conto, già dal prossimo settembre, sulla necessaria stabilità delle risorse di organico, valorizzando a tal fine le più consistenti e consolidate esperienze di lavoro.
"Diversamente - osserva la segretaria generale CISL Scuola Maddalena Gissi -, il numero già oggi abnorme di contratti precari crescerebbe ulteriormente, una situazione addirittura inspiegabile per quanto riguarda i posti di sostegno, dove il numero dei posti da coprire è di gran lunga superiore a quello del personale in possesso del titolo di specializzazione, compresi gli specializzandi del IV ciclo di TFA, numero nettamente insufficiente rispetto al reale fabbisogno".
"La stabilità del lavoro, sia per quanto riguarda i docenti che il personale ATA, - prosegue la Gissi - è una delle condizioni su cui puntare per gestire il più efficacemente possibile il ritorno all’ordinaria didattica in presenza. Diventa per questo difficilmente comprensibile l’ostinazione del Ministero sia nel riproporre modelli la cui scarsa efficacia è ampiamente dimostrata dall’esperienza, sia nel sottrarsi a momenti di confronto che possono contribuire in modo significativo alla qualità delle decisioni da assumere".