In un momento come questo dovremmo essere tutti impegnati a fondo per preparare un ritorno alle attività scolastiche in presenza, garantendo a tal fine le indispensabili tutele per la salute e la sicurezza e, nello stesso tempo, le condizioni ottimali per un avvio regolare del nuovo anno scolastico. Tra queste, l’immediata disponibilità di risorse adeguate e stabili di personale docente e ATA. Lascia perciò sconcertati l’ostinazione con cui si insiste sullo svolgimento di una prova concorsuale a quiz, in una condizione di emergenza purtroppo non ancora conclusa, spacciandola come baluardo di trasparenza e meritocrazia e facendola diventare oggetto di un’ennesima disputa politica in seno alla maggioranza di governo. Un’intransigenza degna di miglior causa, quando si avrebbe la possibilità di garantire a decine di migliaia di precari la stabilità del lavoro cui hanno diritto e che sarebbe anche un preciso interesse della scuola, ancor più nella situazione di emergenza che viviamo. In materia di reclutamento del personale abbiamo fatto proposte serie, meditate e responsabili, cui si è risposto con arroccamenti su posizioni di stampo ideologico, su cui si continua a insistere nonostante le evidenti difficoltà a organizzare, in questo momento, lo svolgimento delle prove.
Il dibattito sulla conversione in legge del “decreto scuola” ha dimostrato ampiamente come vi sia la possibilità di modificare le procedure concorsuali straordinarie, consentendone lo svolgimento e la conclusione in tempo utile per l’avvio del nuovo anno. Questo è il vero interesse della scuola, non quello sbandierato come tale in prese di posizione che in realtà mettono al centro il proprio interesse di parte.
A chi ci chiede di essere responsabili in un momento come questo, rispondiamo che la nostra responsabilità l’abbiamo più volte dimostrata e non ha certo bisogno di ulteriori prove, mentre ancora ne attendiamo da chi non sa cogliere quali siano oggi le vere priorità per la nostra scuola e per un’azione di governo che la sostenga adeguatamente. Non appaiono certo sufficienti le risorse che il decreto rilancio rende disponibili, pensando alle modalità con cui si dovrà organizzare la ripresa delle attività in presenza, sulle quali il confronto è ancora pericolosamente in alto mare: modalità che non si possono ipotizzare a costo zero e soprattutto che non si improvvisano con uscite estemporanee e fuori della realtà. Come di fatto è la previsione di aggiungere alle tante incombenze che normalmente si affrontano alla vigilia di un nuovo anno scolastico anche quella di prove concorsuali, frutto di un puntiglio che ha ben poco da spartire con i problemi veri e urgenti della scuola.
Per mesi abbiamo sostenuto un confronto lungo e difficile, avendo un obiettivo, ridurre la precarietà e dare stabilità del lavoro, che l’emergenza sopraggiunta rischia di vanificare. Ora tocca al Legislatore fare le sue scelte, assumendosene fino in fondo le responsabilità conseguenti. La nostra azione è stata fin qui condotta con chiarezza di proposte e di obiettivi, e con altrettanta disponibilità al confronto e alle necessarie mediazioni. Quel tempo è finito, come avvenuto anche in tante altre circostanze il mondo della scuola saprà valutare nel merito le decisioni della politica.
Roma, 22 maggio 2020
Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola