Troppe volte siamo convocati a tavoli di confronto sotto l'urgenza di scadenze incombenti, ma le discussioni e le decisioni assunte all'ultimo minuto difficilmente portano a soluzioni efficaci.
Si continua a parlare di date, ma non si affrontano i problemi veri e le scuole potranno far conto solo su sé stesse. Un sondaggio della CISL Scuola fra i dirigenti scolastici delle secondarie di II grado.
«Non si può progettare il futuro del Paese nel chiuso dei palazzi ministeriali o con le dispute della maggioranza. Occorrono scelte condivise, una politica di concertazione, come avvenne con successo negli anni 90. Ecco perché non basta solo annunciare una fase di “consultazione” formale con la società civile e con il sindacato, come ha anticipato il Premier. Bisogna che il Governo apra ad una “governance” partecipata dalle parti sociali per dare rapidità, continuità e consenso ad un processo decisionale che non deve escludere nessuno».
Se la priorità continua a essere l'impegno per uscire quanto prima da un'emergenza sanitaria con cui da quasi un anno combatte il mondo intero, sempre più diventa indispensabile darsi obiettivi e delineare strategie per un dopo-covid che non potrà essere un semplice ritorno a una condizione precedente. La crisi pone una forte domanda di cambiamento anche per quanto riguarda le politiche in materia di istruzione e formazione, per la scuola può essere l'occasione per ritrovare attenzione e centralità.
In esito al confronto fra Ministero e Sindacati, conclusosi venerdì scorso, sulle modalità di accesso del personale ATA al lavoro c.d. “agile”, è stato condiviso un verbale la cui procedura di sottoscrizione si è appena conclusa.
Nell'adunanza plenaria svoltasi ieri, 2 dicembre, in modalità telematica nel rispetto delle misure governative concernenti l'emergenza sanitaria, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha espresso, con due votazioni unanimi, i propri pareri su: