2013-10-11 09:45:00

La prima indagine Piaac dell’Ocse sulle competenze dei cittadini adulti di 24 paesi denuncia tutta l’inadeguatezza degli italiani. Le responsabilità della scuola e delle inefficienze del mercato del lavoro. Le riforme da fare per risollevarci da questo degrado. Con urgenza. Oggi l’Ocse e la Commissione Europea hanno reso pubblici i risultati della prima indagine Piaac (Programme for the International Assessment of Adult Competencies). Si tratta di uno studio finalizzato a misurare competenze linguistiche e matematiche della popolazione adulta in modo comparabile tra paesi.

IL CAMPIONE E I TEST

Campioni rappresentativi della popolazione di età compresa tra i 16 e i 65 anni sono stati selezionati in 24 paesi (22 membri dell’Ocse) e alle persone campionate è stato sottoposto un questionario per rilevare alcune informazioni di base (sesso, composizione famigliare, condizione occupazionale, etc.) ed è stato chiesto loro di partecipare a un test delle competenze linguistiche e matematiche. Si tratta di test che rilevano, per esempio, la capacità di comprensione di testi scritti oppure di svolgere operazioni matematiche di varia complessità. Le domande dei test sono le stesse in tutti i paesi, semplicemente tradotte nella lingua locale, garantendo così, grazie anche all’armonizzazione delle tecniche di campionamento, la comparabilità dei risultati.

GLI ITALIANI: UN VERO DISASTRO

I risultati dell’Italia in questo particolare confronto internazionale sono pessimi, forse oltre le aspettative. Siamo i peggiori in termini di competenze linguistiche e penultimi per un soffio in matematica. Questa deludente performance riguarda sia le nostre coorti più anziane, che fanno particolarmente male, ma anche -ed è forse il dato più preoccupante- i giovani, che quando confrontati con i loro coetanei negli altri paesi si piazzano anch’essi nella parte più bassa, bassissima della classifica.
Si tratta certamente di un problema di formazione scolastica. Gli adulti italiani che non hanno ottenuto un diploma di scuola superiore hanno competenze linguistiche e matematiche molto scarse. Questo accade però anche in paesi come la Francia o gli Stati Uniti, che però compensano con performance eccellenti dei laureati. Da noi non è così. I nostri laureati hanno in media competenze linguistiche comparabili a quelle dei diplomati finlandesi o giapponesi o australiani o olandesi.
Tuttavia, la scuola non è la sola responsabile di questi risultati così scadenti. Infatti, l’indagine Piaac suggerisce che una parte molto importante delle competenze si acquisiscono al di fuori del sistema di istruzione formale, principalmente sul posto di lavoro. Allora, le cause della debacle italiana sono da ricercare anche nello scarso livello di formazione offerta dalle imprese e, forse ancor di più, al fatto che la nostra struttura industriale è concentrata in settori a scarso tasso di innovazione e che non favoriscono lo sviluppo delle competenze. E molto probabilmente i dati Piaac, focalizzandosi sulle nozioni fondamentali di lettura, scrittura e calcolo, sottostimano l’importanza della formazione non scolastica, che in larga parte coinvolge competenze molto più pratiche.

In allegato il documento con tutti i dati ed i grafici gentilmente messi a disposizione dal Prof. Michele Pellizzari, professore di economia all'università di Ginevra.

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