2019-12-27 14:00:00

Scuola, università e ricerca hanno bisogno più che mai di essere poste al centro dell’attenzione come risorsa strategica del Paese, chiedono scelte forti di investimento e un’azione di governo che si orienti con coerenza e determinazione verso obiettivi di complessivo rilancio del settore. Le dimissioni annunciate dal ministro Fioramonti possono invece aprire una fase estremamente rischiosa, per ragioni diverse che andrebbero da tutti attentamente considerate.
Il sistema ha più che mai bisogno di stabilità e governo efficace dei processi: l’amministrazione presenta invece troppi punti ancora scoperti a livello centrale e periferico, il che accentua squilibri e spinte centrifughe, di cui si alimentano anche le suggestioni di un esasperato regionalismo.
Per istruzione e ricerca una fase di instabilità potrebbe tradursi in ulteriore marginalizzazione, con buona pace dei tanti impegni dichiarati a più riprese e in modo altisonante. Ci sono accordi e intese che attendono di trovare piena e coerente attuazione, intese che vedono coinvolto non solo il ministro ma il Governo al massimo livello. Intese dalla cui attuazione dipende in larga misura anche la possibilità di un ordinato avvio del prossimo anno scolastico: i tempi in cui operare e agire sono questi, l’esperienza insegna che indecisioni e ritardi in questa fase si pagano a caro prezzo.
Occorre evitare che ai tanti problemi della scuola si aggiungano adesso anche le incognite di una successione al vertice, quando ci sarebbe bisogno di stabilità e continuità. È invece quanto mai necessario che sia l’intero governo, e in prima persona il presidente del consiglio, ad assumersi la responsabilità di garantire a scuola, università e ricerca una guida all’altezza delle emergenze e della sfide.

Roma, 26 dicembre 2019

Maddalena Gissi, segretaria generale Federazione CISL Scuola, Università e Ricerca

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