2020-06-19 19:45:00

La Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha diffuso un documento contenente indicazioni e proposte "finalizzate a sostenere un modello per la riapertura della scuola primaria e secondaria (di I e II grado) compatibile con la tutela della salute dei singoli e della collettività". Non si fa riferimento alla scuola dell'infanzia, e viene da chiedersi quale sia la ragione: sarebbe veramente preoccupante se ciò sottintendesse una sottovalutazione dell'importanza che tale settore riveste nell'ambito del sistema educativo e scolastico, importanza sottolineata di recente dal Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola, e poco prima anche dal documento prodotto dalla Commissione Infanzia Sistema integrato Zero-sei (D.lgs. 65/2017).
L'obiettivo delle proposte è spiegato dal Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, che in un comunicato stampa ha dichiarato: “La scuola deve ripartire prima possibile, ma in condizioni di massima sicurezza. Per questo motivo abbiamo concordato con il Governo un ulteriore momento di confronto la prossima settimana per arrivare alla emanazione di linee guida condivise. L’11 giugno abbiamo inviato alla Ministra Lucia Azzolina le nostre prime proposte: un contributo che ha l’obiettivo di mettere in grado quanto prima Regioni, Enti locali ed istituti scolastici, nella loro autonomia, di poter ‘governare’ in modo ordinato la fase della ripresa completa delle attività in presenza. Abbiamo comunque lanciato diversi alert al Governo. Prima di tutto è necessario che si vari un vero e proprio 'piano di investimenti' per la scuola. Così come occorre accelerare – e lo stiamo facendo d’intesa con il Viceministro Anna Ascani – sul fronte dell’utilizzo dei fondi per l’edilizia scolastica. Inoltre con la riapertura delle attività scolastiche si creeranno criticità per il settore del trasporto pubblico locale in ragione dell’incremento significativo dei viaggiatori. Potrebbe essere utile allora che il Governo valuti interventi per evitare concentrazioni di utenza nelle stesse fasce orarie ed un’azione per il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico. Infine abbiamo ricordato che, rispetto ai compiti di sorveglianza e prevenzione che la ripresa delle attività comporterà, il personale è insufficiente, per cui occorre implementare le dotazioni, con particolare attenzione al personale Ata”.

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